Donne produttrici: il vino italiano al femminile 46| Matilde Poggi
Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.
Oggi lo chiediamo a Matilde Poggi
Nata nel 1962. Vignaiola in Veneto dal 1984 per la ben nota azienda agricola Le Fraghe a Cavaion Veronese, zona di produzione del vino Bardolino DOC. Non solo, ricopre importanti cariche istituzionali: è in Consiglio FIVI, Federazione italiana vignaioli indipendenti, dal 2010 con la carica di vicepresidente. Dal 2013 al 2022 è stata presidente della FIVI.
Da aprile 2015 è vicepresidente della CEVI, Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti, dove ha ricoperto la carica di Presidente dal 2021 al 2025.
Quando e come hai iniziato a fare vino
Sono vignaiola da quando avevo 22 anni, in un momento in cui non erano molte le donne produttrici in prima persona. Sin da quando ero piccola sentivo parlare il nonno, gli zii e mio padre di vigne e di vini, e tra i miei ricordi più nitidi ci sono le prime vendemmie nel mese di ottobre, dopo la scuola. Con il tempo è sorto in me il desiderio di dedicarmi in prima persona a quel mondo contribuendo a far nascere vini miei, con dedizione e rispetto del territorio. Così è nata Le Fraghe, che oggi è uno tra i punti di riferimento della denominazione Bardolino. Ormai sono più di 40 vendemmie…
Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?
Il Bardolino è stato il primo vino che ho prodotto, e il mio faro sono i vini da uva Schiava dell’Alto Adige. Mi piace la loro spezia, l’essere leggiadri ed eleganti, un vero punto di riferimento per me. Per il Chiaretto guardo più alla Francia con i Bandol, vini austeri che lasciano il segno.
Qual è la tua firma stilistica?
Non ho mai inseguito le mode, faccio da sempre vini che piacciono a me. Dopo 40 vendemmie mi guardo indietro e vedo quello che ho fatto, tra errori e tentativi, ma adesso posso dire di aver raggiunto una consapevolezza del mio percorso e di aver fatto le scelte giuste: agricoltura biologica, vitigni autoctoni, solo vini fermi ben riconoscibili e con un forte legame con il territorio di provenienza.
Ho scelto negli anni il tappo a vite, non tanto per evitare il problema del sentore di tappo ma piuttosto con la consapevolezza che i miei vini con questa chiusura evolvono meglio. Credo molto nel terzo colore del vino, il rosa, e mi piace fare vini rosa anche perché la mia è una denominazione storica per questa tipologia.
Come ti muovi in azienda in tema di sostenibilità, anche sociale?
Siamo certificati biologici dal 2009, usiamo solo bottiglie leggere e abbiamo pannelli fotovoltaici per produrre energia pulita. Per i collaboratori prediligo contratti a tempo indeterminato; sono anche mamma di tre figlie e so quanto sia importante per i giovani poter contare su una sicurezza economica per programmare il loro futuro.
Qual è/può essere il contributo della donna rispetto a queste nuove sfide?
Le donne sono abituate a “prendersi cura”. Questo le porta ad avere una sensibilità maggiore verso il tema della sostenibilità, lo vedo in primis con le mie figlie. L’attenzione all’ambiente e alle politiche sociali è una caratteristica molto femminile. Soprattutto ora che le donne nel settore del vino sono maggiormente presenti, saranno capaci di cambiare le cose.
Il ruolo della donna è adeguatamente riconosciuto nel nostro settore a tuo parere?
Da quando ho iniziato a fare vino negli anni ‘80, le cose sono cambiate. Oggi ci sono molte donne agronomo, enologo, oltre che tante brave imprenditrici. Auspico che presto non serva più porsi queste domande e che si parli solo di vignaioli che fanno qualità, senza guardare se ci sia una donna o un uomo a capo dell’azienda. Io ho fatto fatica a farmi rispettare, ero giovane, donna e inesperta, mentre adesso mi sembra che ci sia una maggiore considerazione da parte di tutti.
Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?
Molte aziende in Italia sono di piccole dimensioni e questo le rende più flessibili ai cambiamenti ma un’azienda piccola è maggiormente gravata dalla burocrazia. Noto come spesso anche le norme europee vengano interpretate in Italia in modo molto rigido, a differenza degli altri Paesi. Mi piacerebbe che lo strumento dei disciplinari delle DOC fosse più aderente al territorio, alla storia e alla tradizione. Trovo che invece spesso siano modificati per adeguarsi ai cambiamenti nelle tendenze dei consumi, è un grande errore per me; se sappiamo che alla base del nostro lavoro c’è un disciplinare ferreo, abbiamo una maggiore tranquillità nell’effettuare gli investimenti necessari. Particolarmente in questo settore abbiamo bisogno di progetti a lunga scadenza, il nostro patrimonio sono le vigne che hanno una vita di parecchi decenni. La politica ci deve aiutare con norme chiare che ci accompagnino negli anni.
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 38| Le sorelle Cotarella
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 39| Albiera Antinori
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 40| Antonella Lombardo
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 41| Roberta Ceretto
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 42| Daniela Adanti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 43| Valentina Carputo
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 44| Arianna Occhipinti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 45| Silvia Imparato
