Donne produttrici: il vino italiano al femminile 43| Valentina Carputo


valentina carputo

valentina carputo

di Chiara Giorleo

Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.

Oggi lo chiediamo a Valentina Carputo

 

Valentina Carputo è una giovane e dinamica produttrice di vino dei Campi Flegrei, titolare dell’azienda di famiglia Cantine Carputo, situata sulla collina di Viticella a Quarto (NA), nel cuore di una delle aree più vocate alla viticoltura della Campania. L’azienda coltiva principalmente uve autoctone come Falanghina e Piedirosso, da cui nascono vini DOC che esprimono l’identità vulcanica e marina del territorio.
Dal 2019, Valentina ricopre il ruolo di delegata regionale per la Campania dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, carica per la quale è stata riconfermata nel 2023. Durante il suo mandato, ha promosso iniziative volte a valorizzare il ruolo femminile nel settore vitivinicolo e a diffondere la cultura del vino attraverso progetti formativi, eventi e collaborazioni con istituti alberghieri e università. Tra i progetti più significativi, si distingue il format “Connection”, che ha raccontato territori e vini attraverso le storie delle donne che li producono, con l’obiettivo di creare una rete internazionale basata sulla condivisione e lo scambio di esperienze.
Con passione e determinazione, Valentina Carputo rappresenta una nuova generazione di imprenditrici del vino, impegnate nella valorizzazione del patrimonio enologico campano e nella promozione di un approccio sostenibile e inclusivo alla viticoltura.

 

Quando e come hai iniziato a fare vino? 

La mia avventura nel mondo del vino nasce quasi per osmosi: sono cresciuta tra le vigne e le botti, respirando il profumo del mosto e ascoltando le storie di famiglia. Ma è stato solo dopo l’università che ho sentito il bisogno di dare una direzione più personale a questo percorso, unendo l’eredità dei miei genitori con una visione nuova, più consapevole e femminile.

 

 Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?

In Italia guardo molto ai grandi bianchi del Friuli e dell’Alto Adige, per la loro eleganza e precisione, ma anche alla Toscana, dove il legame tra vino e territorio è fortissimo. All’estero, amo la Borgogna, ovviamente, ma mi affascina anche il modo in cui alcuni produttori della California riescono a coniugare tecnica e spirito pionieristico.

 

Qual è la tua firma stilistica?

Cerco sempre l’equilibrio tra identità territoriale e finezza. I miei vini vogliono raccontare la forza dei Campi Flegrei — la mineralità, il mare, il vento — ma con un tocco delicato, senza eccessi. Mi piace lavorare sulla pulizia aromatica, sulla bevibilità, senza mai sacrificare la profondità. E se c’è un vino che incarna questa visione di equilibrio e identità, è “Eterea”: una Falanghina che ha l’ambizione di parlare al cuore e ai sensi, con delicatezza ma senza compromessi. Un bianco che è anche una dichiarazione di stile, e di femminilità.

 

Come ti muovi in azienda in tema di sostenibilità, anche sociale?

Sostenibilità per me significa coerenza: usiamo pratiche agronomiche rispettose, riduciamo l’impatto in cantina e puntiamo molto sulla filiera corta. Ma è anche una questione di relazioni: valorizzare le persone, creare un ambiente di lavoro sano, dare spazio alle nuove generazioni. È un equilibrio continuo.

 

Qual è/può essere il contributo della donna rispetto a queste nuove sfide?

Le donne portano uno sguardo diverso, spesso più trasversale e sensibile. In un settore in cambiamento, dove si parla di inclusione, ambiente, comunità, la nostra voce può fare la differenza. Non si tratta di superiorità, ma di complementarità.

 

Il ruolo della donna è adeguatamente riconosciuto nel nostro settore a tuo parere?

Si sta facendo molto, ma il riconoscimento è ancora parziale. Spesso dobbiamo lavorare il doppio per ottenere la metà. Però vedo una rete di donne del vino sempre più forte, più coesa, e questo mi dà speranza: stiamo cambiando le cose, passo dopo passo.

 

Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?

La burocrazia, la frammentazione normativa, la concorrenza globale… tutto pesa. Ma l’Italia ha un patrimonio varietale unico al mondo e una cultura del vino profondissima. Se sappiamo raccontarlo bene, con autenticità e qualità, possiamo ancora stupire.

 

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 38| Le sorelle Cotarella

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 39| Albiera Antinori

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 40| Antonella Lombardo

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 41| Roberta Ceretto

Donne produttrici: il vino italiano al femminile 42| Daniela Adanti

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