Donne produttrici: il vino italiano al femminile 44| Arianna Occhipinti
Dopo una lunga serie sulle critiche di vino, il focus si sposta sulla produzione al femminile. Zone di ispirazione, stili produttivi e prospettive: ecco qual è l’approccio delle produttrici italiane.
Come membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle produttrici di diverse regioni d’Italia per saperne di più.
Oggi lo chiediamo ad Arianna Occhipinti
Arianna Occhipinti nasce a Marsala e cresce a Vittoria; eredita la passione per la viticoltura dallo zio Giusto e l’amore per la campagna dal padre architetto Bruno. Dopo aver studiato Viticoltura ed Enologia a Milano, decide di dedicarsi al vino artigiano, come espressione autentica del territorio. Nel 2004 fonda la sua cantina in Sicilia a Vittoria, in provincia di Ragusa, investendo in vigneti a Nero d’Avola e Frappato. La sua filosofia vinicola si ispira alla biodinamica e al rispetto della natura, producendo vini che riflettono il terroir e il lavoro umano.
Con una produzione annua di circa 160.000 bottiglie, i suoi vini sono distribuiti in 60 paesi.
Quando e come hai iniziato a fare vino?
Sono entrata nel mondo del vino all’età di 17 anni, in parte per passione trasmessa da mio zio Giusto, frequentando la sua azienda vinicola, in parte per l’amore verso la natura e i bagli antichi trasmessami da mio padre Bruno. Al mio primo Vinitaly, i sorrisi che si generavano attorno ad un calice, l’amore per il vino, mi affascinarono talmente tanto da farmi pensare che quello era quello ciò che avrei voluto fare da lì in avanti. Decisi di iscrivermi alla facoltà di Enologia e Viticoltura presso l’Università di Milano. Al termine dei miei studi, e dopo aver visitato molte cantine in tutta Europa, ho sentito forte il desiderio di rientrare in Sicilia, così sono tornata a Vittoria e nel 2004 ho iniziato la produzione di vino, affittando il mio primo ettaro di Nero d’Avola e Frappato (Azienda Agricola Arianna Occhipinti – Vini e cantina)
Quali sono i tuoi riferimenti o le tue zone di ispirazione in Italia e all’estero?
Nel mio percorso di crescita sono state essenziali alcuni produttori e produttrici che, in un modo o in un altro, hanno influenzato il mio approccio alla viticoltura. Tra questi sicuramente Elena Pantaleoni, Giovanna Morganti, Giuseppe Rinaldi, Elisabetta Foradori. Imparare da loro è stato fondamentale per l’evoluzione del mio approccio al vino. Mentre amici coetanei come Roberto e Alfonso di Envinate e Comango G in Spagna e alcuni territori come lo Jura, la Borgogna, mi hanno insegnato molto per affinare il palato e una certa tecnica.
Qual è la tua firma stilistica
Il rispetto per i caratteri del mio territorio e l’accettazione sono il cuore della mia filosofia produttiva. Il rispetto anche per la biodiversità e per il vigneto, l’accettazione della terra attraverso gesti saggi capaci di un’agricoltura sensibile e naturale, che considera il vino un essere vivente, un vino coerente e spontaneo nel suo divenire, puntuale nel rappresentare l’eleganza dei vini di questa terra Vittoria, un luogo molto vocato a 250 m sul livello del mare tra i Monti Ilei e il mar Mediterraneo capace di restituire grande finezza nei vini. Negli ultimi anni mi sono concentrata molto sul Frappato di Vittoria e il Nero d’Avola, sui suoli e sulle potenzialità delle diverse contrade e delle loro influenze sui vini. Le mie vigne lavorano su un gioco di sabbia e calcare, che nei vini concede setosità da un lato, acidità ed energia dall’altro e ho cercato di preservare questi elementi nella vinificazione, assecondando ogni vigna. Questa continua ricerca mi ha aiutato a conoscere meglio le vigne e il loro potenziale, nell’espressione di ogni singolo vino. Nel 2016, come frutto di questo studio, nascono i miei Vini di contrada, tra le contrade di Bombolieri, Pettineo, Fossa di Lupo e Santa Margherita.
Come ti muovi in azienda in tema di sostenibilità, anche sociale?
La filosofia produttiva della mia azienda si basa su pratiche agricole biologiche, biodinamiche in vigneto, per incentivare la rigenerazione naturale dei suoli grazie a sovesci di essenze diverse e all’uso di compost. La selezione massale per mantenere la variabilità genetica delle nostre varietà autoctone e biotipi antichi e adattati. Nessuna irrigazione. Fermentazioni spontanee, in cantina e nessun utilizzo di additivi in grado di trasformare le caratteristiche chimico fisiche dei vini. Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, intraprendo molte attività e collaborazioni in ambito territoriale con l’obiettivo di rivalutare la nostra Docg e il territorio. Ma non solo, iniziative che riguardano la salvaguardia del paesaggio, della biodiversità e della cultura locale. Attività di formazione nei confronti dei miei collaboratori per trasmettere un mestiere. Che esso sia essere quello del viticoltore, coinvolgendo giovani e meno giovani locali o quello di collaborare sulle altre aree, dalla vendita all’accoglienza passando per l’amministrazione e la logistica, per me è molto importante svolgere il mio lavoro con etica e coerenza, condividendo valori e obbiettivi con i miei collaboratori, non tralasciando mai il loro benessere. Preferisco inoltre lavorare con fornitori locali, per la produzione dei miei tappi, per esempio, porto avanti un progetto di supporto, insieme con un artigiano di Caltagirone, l’unico a utilizzare ancora il sughero del Bosco di Santo Pietro e delle sugherete di Niscemi.
Qual è/può essere il contributo della donna rispetto a queste nuove sfide
Credo che il ruolo dell’imprenditore non abbia di per sé un genere, che si dica imprenditore o imprenditrice ci sono dei valori e delle qualità imprescindibili. Si può pensare che le donne abbiano una sensibilità più spiccata, una maggiore empatia e che questo possa aiutare a costruire rapporti lavorativi più profondi con i propri collaboratori ma in realtà non è sempre questa la verità. Sicuramente le qualità che si sviluppano all’interno di una leadership devono essere comuni sia per uomini che per donne e molto spesso lo sono. Il duro lavoro e il rispetto, la condivisione di valori sani, sono le basi fondamentali del mio essere imprenditrice e credo che siano universali, a prescindere dal genere.
Il ruolo della donna è adeguatamente riconosciuto nel nostro settore a tuo parere?
All’inizio è stata una sfida parecchio dura: arrivavo come giovanissima donna in un settore come quello dell’agricoltura, che è popolato quasi esclusivamente da uomini. Mi sono conquistata il rispetto prima e l’autorevolezza poi sul campo, fianco al fianco con chi ogni giorno lavorava con me. Ho studiato molto e mi sono messa in discussione, ho costruito un carattere forte in alcuni ambiti che mi è servito a sopravvivere, mentre il vino mi ha sempre tenuta attaccata al lato sensibile e più bello di questo lavoro. Oggi è più semplice, anche se i pregiudizi nei confronti delle donne rimangono. Credo che l’unico modo per superarli sia lavorare duramente. E noi sappiamo farlo bene.
Quali sono le maggiori difficoltà nel fare vino in Italia oggi? E quali i vantaggi?
Sicuramente la sfida più grande legata al fare vino oggi in Italia, ma nel mondo in generale, è il cambiamento climatico. Lavorando esclusivamente in maniera naturale e biodinamica, dipendiamo fortemente dall’andamento climatico, dalla quantità di pioggia e dal giusto equilibrio tra temperature calde e fredde. la siccità che ha colpito l’anno scorso la Sicilia ci ha messo a dura prova, noi che non facciamo affidamento sull’irrigazione, ma lavoriamo con le riserve idriche che il suolo trattiene grazie alla pioggia autunnale. L’anno scorso è stato molto complesso ma i nostri suoli calcarei e l’aver migliorato la sostanza organica nei suoli grazie alle pratiche agricole che portiamo avanti ormai da 20 anni, sono stati essenziali per superare anche con qualche soddisfazione la vendemmia 2024. L’estremo caldo ha portato con sé anche nuovi insetti, provenienti direttamente dal Nord Africa, che non avevamo mai affrontato prima d’ora. In questo senso, il confronto con altri produttori, l’aver iniziato a collaborare con esperti per una migliore e più efficiente difesa fitosanitaria, quindi migliorare e studiare ancora, mi ha aiutato e confermato che in questo mondo non si smette mai di imparare per fortuna.
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 1| Manuela Piancastelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 2| Donatella Cinelli Colombini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 3| Angela Velenosi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 4 | Chiara Boschis
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 5| Elena Fucci
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 6 | Graziana Grassini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 7 | Marianna Cardone
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 8| Annalisa Zorzettig
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 9| Miriam Lee Masciarelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 10| José Rallo
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 11| Marilisa Allegrini
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 12| Chiara Soldati
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 13| Elisabetta Pala
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 14| Elena Walch
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 15| Barbara Galassi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 16 | Chiara Lungarotti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 17 | Pina Terenzi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 18| Lucia Barzanò
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 19| Vincenza Folgheretti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 20| Eleonora Charrère
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 21| Daniela Mastroberardino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 22| Carla e Laura Pacelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 23| Valentina Abbona
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 24| Camilla Lunelli
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 25| Carolin Martino
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 26| Marzia Varvaglione
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 27| Antonella Cantarutti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 28 | Marta Trevia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 29| Pia Donata Berlucchi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 30| Nadia Zenato
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 31| Federica Boffa Pio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 32| Chiara Condello
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 33 | Sabrina Tedeschi
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 34| Marianna Annio
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 35| Laura Verdecchia
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 36| Milena Pepe
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 37| Silvia Tadiello
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 38| Le sorelle Cotarella
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 39| Albiera Antinori
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 40| Antonella Lombardo
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 41| Roberta Ceretto
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 42| Daniela Adanti
Donne produttrici: il vino italiano al femminile 43| Valentina Carputo